Rifugio Roda di Vael, dormire all’ombra del Catinaccio
Durante il mio recente viaggio in Trentino ho dormito per la mia prima volta in rifugio, esattamente al Rifugio Roda di Vael.
Ora ti racconto la mia esperienza.
Come raggiungere il Rifugio Roda di Vael?
L’unico modo per raggiungere il Rifugio Roda di Vael è tramite un trekking attraverso il famoso e meraviglioso paesaggio delle Dolomiti.
Personalmente, ho provato due percorsi, ma ce ne sono molti altri.
Il più breve è quello con partenza dal Rifugio Paolina (2.125 m s.l.m.) all’arrivo della seggiovia che sale da Carezza. Il sentiero da seguire è il numero 539 o sentiero del Masarè.
Girerai attorno alla cresta che vedi davanti a te e sulla strada incontrerai il monumento a Theodor Christomannos, pioniere del turismo dolomitico: una grande aquila bronzea posta a quota 2349 mt.
Dal monumento c’è ancora poca strada prima di raggiungere il rifugio Roda di Vael posto a 2.283 m s.l.m.
In totale da Rifugio Paolina a Rifugio Roda di Vael sono circa 45 minuti di trekking.
La via più lunga, ma quella più suggestiva, è quella che parte da Campedie.
E’ possibile arrivare qui dalla funivia che parte dal paese di Vigo di Fassa (alla partenza è presente un grande parcheggio per le auto).
L’arrivo della funivia è situato a quota 1.950 m s.l.m. e devi proseguire risalendo i verdi prati verso Prà Martin, poi da lì bisogna imboccare il sentiero Vial de le Feide (o Sentiero delle Pecore).
Raggiunta la Buja de Vael, si incrocia il sentiero 541 che imboccato verso sinistra ci porta comodamente al Rifugio Roda de Vael.
In totale il percorso da Campedie a Roda di Vael ha una durata di circa un paio d’ore.
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La storia del rifugio Roda di Vael
Il Rifugio Roda di Vael venne inaugurato il 7 Agosto 1907 e tra i promotori della sua costruzione vi era anche Theodor Christomannos.
Il primo gestore fu la guida alpina Anton Plank di Welschnofen.
Nel luglio del 1921 il rifugio venne affidato dalle autorità militari italiane alla Sat che attribuì il nome “Roda di Vaèl“.
Ad eccezione di alcuni interventi conservativi e di consolidamento l’edificio del rifugio non subì trasformazioni fino al 1983, quando la SAT ne decise l’ampliamento.
Dal 1947 al 2004 il rifugio ha avuto due soli gestori, entrambi lo tennero per quasi trent’anni.
Nel 1947 si inaugurò una nuova gestione, quella di Carlo Delmonego, figura nota in Val di Fassa, albergatore in primo luogo e successivamente anche capo stazione del Soccorso Alpino.
Dall’estate 2005 il rifugio Roda di Vaèl è passato in gestione alla guida alpina di Pozza di Fassa Bruno Deluca che aveva avviato la gestione insieme alla moglie Roberta Silva.
Durante la gestione affidata a Bruno Deluca, tra l’autunno del 2007 e durante l’estate del 2008 il rifugio è stato oggetto di un’ulteriore importante ristrutturazione. Tra i tanti lavori effettuati da sottolineare l’ampliamento dell’ingresso, la realizzazione di un locale asciugatoio, la copertura esterna con le caratteristiche scandole ed il rifacimento di tutte le finestre con gli scuri nei colori bianco e blu identificativi di tutti i rifugi della SAT.
Dall’estate 2011, a seguito della prematura scomparsa di Bruno Deluca, deceduto in un incidente sulla parete del Majarè, la gestione è passata alla moglie Roberta Silva che attualmente gestisce il rifugio col prezioso aiuto della sua “famiglia Vael”, ovvero un gruppo di dinamici ed affiatati collaboratori che portano avanti con grande impegno e condividono con lei, lo spirito di accoglienza, famigliarità e soprattutto passione per la vita del rifugio, che aveva già contraddistinto la gestione del marito Bruno.
Dormire al Rifugio Roda di Vael
Il Rifugio Roda di Vael è situato a quota 2.283 m s.l.m. ed è aperto da Giugno ad Ottobre.
Dispone di 59 posti letto, tutti forniti di piumoni e cuscini. Ci sono 3 stanze a quattro posti letto e 2 grandi camerate.
C’è, anche, la possibilità di usufruire di due docce calde funzionanti a gettone.
Vengo accolta con calore dall’attuale proprietaria Roberta e dal suo fedele amico Spritz, un cagnolino ormai mascotte del rifugio.
Mi mostra la stanza dove avrei dormito per quella notte insieme alle altre ragazze del gruppo ed in seguito rimango ammalliata dalla sua coraggiosa storia.
Per cena sono ospite del ristorante del rifugio che mi delizia con degli ottimi piatti tipici.
La mia prima notte in rifugio
Quella al Rifugio Roda Di Vael è stata la mia prima esperienza di notte in rifugio e ti dirò che è stato un momento unico.
Vedere il rifugio sorgere in lontananza dopo un lungo trekking ti regala una grande gioia. Appena, poi, ci metterai piede e sarai accolto dal tepore e dal calore famigliare dei gestori, ti sentirai come in paradiso.
Ho adorato il pensiero di essere completamente isolata dal mondo esterno: intorno a me solo montagna e natura.
Certo, non devi aspettarti un hotel di lusso perchè portare la corrente e l’acqua potabile in queste zone remote è abbastanza difficile.
Al Rifugio Roda di Vael l’elettricità era prodotta tramite generatori e l’acqua (non potabile) raccolta da una fonte nei pressi della struttura.
Le luci sono state spente alle ore 22.00 e dopo di chè un silenzio come pochi.
Ho dormito poche ore perchè volevo svegliarmi presto per vedere l’alba, ma è stata una dormita di sasso che mi ha fatto sentire super riposata.
Sveglia alle 5.15 per ammirare uno dei migliori spettacoli della mia vita: l’alba che colora piano piano di rosa le creste delle Dolomiti.
Ti assicuro che è valsa tutta la fatica di svegliarsi così presto e ti consiglio vivamente di provare questa esperienza.
Hai mai dormito in rifugio? Ti piacerebbe?
Nome: Rifugio Roda di Vael
Indirizzo: Sella del Ciampaz – 2280 m/s.l.m.
Sito web: www.rodadivael.it
Disclaimer: questo è un post sponsorizzato ed è stato scritto in collaborazione con Rifugio Roda di Vael. Come sempre, tutte le opinioni sono mie e imparziali.
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Kiss Kiss,
Cassandra
Annalisa
Un vero peccato che sia aperto solo da giugno a ottobre. Non riuscirò mai ad andarci, causa lavoro. Però possiamo tenere in considerazione i percorsi per il trekking a prescindere. Sarebbe davvero entusiasmante fare una passeggiata in quei luoghi così magici.